“Perché avete aperto un locale di questo genere? A cosa vi siete ispirati?”

La domanda che mi viene posta più di frequente in quasi undici anni di attività è la seguente:
“Perché avete aperto un locale di questo genere? A cosa vi siete ispirati?”
Questa è l’unica risposta che oggi mi sento di dare: è stato l’AMORE.
Facendo un passo indietro e riguardando la mia vita come un film, l’insieme di esperienze, le inclinazioni personali, viaggi, amicizie creative, amore per il cinema, l’arte, la musica, persone che con il loro lavoro ed il loro esempio sono state fonte di ispirazione, la nostalgia per le cose di una volta…ecco tutte queste immagini cucite tra loro come in una coperta patchwork del telefilm “una casa nella prateria”, hanno creato ciò che oggi è Sweet Irene.
Ho deciso di condividere questo momento d’introspezione dopo aver visto un bellissimo documentario:
“Jiro e l’arte del sushi”. La sua storia è molto interessante, il suo messaggio limpidissimo e commuovente.
Mi ha fatto pensare a tutte le persone che nel corso degli anni sono state fonte di ispirazione e hanno contribuito a far crescere e germogliare il piccolo seme che si annidava in me, fin dai tempi delle medie.
All’epoca oltre a studiare tantissimo (ero una secchiona sigh!) mi divertivo a fare degli esperimenti in cucina con la mia amichetta preferita. Crescendo, andavo avanti con gli esperimenti e guardavo mia mamma, che curava tutto nel dettaglio, partendo dall’auto produzione delle materie prime nell’orto, la preparazione e il risultato finale. Sempre con la massima attenzione per la stagionalità, privilegiando ingredienti semplici e naturali, in quegli anni il biologico era ancora un concetto pionieristico.
Al Liceo, nel tempo libero, preparavo dolcetti che poi regalavo ad amici e compagni di scuola.
Poi mi sono iscritta a Brera, mi piaceva tantissimo frequentare, ma tra una lezione e l’altra spesso entravo in un negozio che oggi non c’è più: Laura Ashley. Lo adoravo! Probabilmente quel mondo ovattato da nobildonne vittoriane, l’afternoon tea e le porcellane bon ton, mi hanno definitivamente orientato verso un certo tipo di “gusto”. Vacanze studio ad Oxford, il primo amore che si trasferisce a Manchester per un anno e il mito di Londra che ci permeava all’epoca, hanno fatto il resto.
Ho lavorato per qualche anno nel campo della grafica, mi piaceva, ma non mi sentivo completamente realizzata per cui decisi di fare una pausa e riprendere in mano una vecchia passione ormai messa da parte:
la Pasticceria.
Complice di questa scelta azzardata è stato Luca (al quale mi ero dichiarata con una crostatina ai mirtilli)
lui ha dato la spinta economica e lo spirito commerciale alle mie aspirazioni e ai miei sogni nel cassetto.
L’amore comune per il cibo e un viaggio a New York, furono la conferma definitiva che insieme ce la potevamo fare.
Abbiamo fatto le valigie e siamo partiti per Bergamo.

Tornando alla domanda iniziale, l’unica parola che può riassumere tutto questo è AMORE!

A breve la ricetta della crostata ai mirtilli che galeotta fu…

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